“La questione morale, l'efficienza, la trasparenza e la legalità sono
in cima al mio/nostro programma, La sinistra e il suo candidato fanno finta di
nulla invece. Noi abbiamo già fatto un passo avanti e rotto con il passato: la
società civile, la Como che lavora e che studia, lo chiede a gran voce. Son
felice di essere la sola a volerlo garantire!”
Stamattina, aprendo la posta, non
ho potuto ignorare questo post che Laura Bordoli ha pubblicato su Facebook. E
questo perché mi sono sentito chiamato in causa direttamente, come trentenne
“qualunque” appartenente a quella “società civile” e a quella “Como che lavora
e studia” di cui parla la candidata del centrodestra. Proprio a quest’ultima,
quindi, vorrei rivolgermi per spiegare – con l’esempio della mia stessa
candidatura – che le cose, purtroppo per la nostra Città, non stanno affatto
come lei immagina. Noi non siamo quelli che fanno finta di nulla. Noi che
lavoriamo e studiamo chiediamo sì a gran voce un passo avanti, ma nel farlo non
ci rivolgiamo più da molto tempo a quella compagine politica che lei
rappresenta e che ha distrutto Como negli ultimi anni, prendendo scelte
sbagliate, spesso egoistiche più che politiche. Ci rivolgiamo piuttosto a
persone nuove, che davvero ci rappresentino. Con i fatti e non con le parole.
Concretamente. Nello stesso modo silenzioso ma significativo con cui noi,
cittadini della Como che studia e lavora, stiamo dimostrando di non avere più
fiducia nel centrodestra e di non credere affatto che lei, Laura Bordoli, sia
“la sola a voler garantire” un cambiamento, come scrive: è per questo che ci
sono ben 23 liste che si stanno presentando alle urne ed è per questo che io
stesso, finora estraneo alla politica, ho deciso di mettermi in gioco in prima
persona, accanto a Mario Lucini. Perché come prima non era più possibile andare
avanti. E perché non voglio che, come è accaduto stamattina, qualcuno in cui io
non credo dica al posto mio qual è il futuro che immagino per me e per la mia
città.
Marco Tettamanti
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